Ho postato una domanda simile poco tempo fa, ma ne aspettavo una per poter finalmente parlare di me! Uaffffff Uaffff (risata diabolica).
Velleità da riflettori a parte, anche io sono una "figlia degli anni 80". Non per nascita, quella c'entra poco, ma per estrazione, per culturizzazione - se di una tal cosa si può parlare.
Facevo parte di un gruppo anche io: ci sentivamo orgogliosamente "diversi", ma essendo in molti la nostra diversità si distingueva per uniformità. Volevo a tutti i costi un gilet con gli specchietti e i ricami indiani, ma siccome non avevo il becco di un quattrino me ne ero confezionato uno da sola, coi fili di lana e specchietti esagonali trovati in un mercatino locale. Era un pugno in un occhio, ma mi dava quell'aria deliziosamente "sbindona" che agognavo.
Eravamo figli dei fiori post litteram. Anacronisticamente, ci sentivamo i detentori di una cultura che, in realtà, era appartenuta ai nostri genitori. Ascoltavamo Dylan e i Led Zeppelin e le concessioni al presente si chiamavano Talking Heads, U2 (quelli di Sunday bloody Sunday), Dire Straits e Police.
Oh, mi ero comprata di nascosto un album dei Duran Duran e adoravo Andy Taylor, ma questo non si doveva dire.
Fosse mai che mi appioppassero la targhetta di paninara. Targhetta che avevo rifiutato a muso duro dopo che un paninaro mi aveva dato picche. Chissà, se mi avesse "amato" come io speravo, avrei comprato le Timberland taroccate - quelle vere costavano uno sproposito.
Inutile dirlo, eravamo dei rivoluzionari. Forti delle lezioni di Storia e Filosofia della nostra favolosa insegnante eccentrica e globetrotter, appendevamo a mesi alterni sulla porta del liceo il nostro manifesto per annunciare qualche sciopero. Abbiamo scioperato per la guerra Iran-Iraq, per il conflitto israelo-palestinese (la questione ci forniva materiale per scioperare da lì all'eternità), per la questione Tibetana e anche per quella dei desaparecidos sud americani.
Le letture, poi, erano ancora più settarie. Consentiti Hesse, Kafka, Nietzsche e Pirandello. Vietati romanzi d'amore (che mi passava mia nonna e nascondevo in un cassetto), gialli e persino fantasy - robetta da bambini o studenti dell'ITC. Quando lessi il Signore degli Anelli - avevo 15 anni - l'unica che si complimentò con me fu l'insegnante di italiano.
Non lo so se eravamo dei bimbiminkia. É difficile attribuire titoli al presente, figuriamoci al passato. Certo è che avevamo un linguaggio personale, un codice che fosse il più possibile incomprensibile ai "vecchi", avevamo i nostri distintivi ed eravamo molto più ignoranti del mondo di quanto ci piacesse credere. Oh, nessuno di noi ha mai sbagliato un congiuntivo, certo, ma quando si ha troppa fretta di crescere si finisce sempre per tralasciare qualcosa.
In una classe di venticinque persone, una sola non è arrivata alla laurea. Gli altri hanno abbandonato, tutti, gli ideali insurrezionalisti e hanno indossato la cravatta. Adesso la maggior parte dei miei ex compagni di scuola fa l'avvocato, il medico o l'architetto, guida orrendi SUV, va a fare le ferie in "locations" esotiche e ha almeno un figlio al quale ha messo il cellulare nella culla.
Magari non eravamo dei bimbiminkia allora, ma alle volte mi chiedo se non lo siamo adesso.