Sono d'accordo con Tary: la responsabilità è di noi genitori. Se non si insegnano regole e valori, se non si trasmette al bimbo che cresce una coerente etica di comportamento, esso crescerà senza una struttura morale consolidata. Credo, però (non che la cosa sia consolatoria) che, da genitori, veniamo anche penalizzati da vari fattori "di distrurbo"... Non puoi insegnare ad un bimbo che non è giusto compiere atti di crudeltà sugli animali, se poi in tv, a scuola e in tutto l'universo, vengono continuamente instillate immagini di violenza, sesso, e morte. Non puoi pretendere di insegnargli il valore del denaro guadagnato al prezzo del sudore, se poi, a cinque anni, gli regali il cellulare. E non puoi insegnargli il valore della fiducia e la gravità del tradimento (in tutti i sensi, non solo nelle relazioni a due...) se non con un esempio concreto costante di rettezza e onestà (cosa difficilissima da fare...). Purtroppo, nel timore di essere autoritari, "amati-odiati" come lo erano i nostri genitori, abbiamo commesso l'errore opposto: perdonare, sempre e comunque, lasciar fare, "per non impedire l'espressione della personalità" (tutti pedagogisti, oggi..!), non far capire che, nel mondo circostante, se si commette un errore, è d'obbligo assumersene le conseguenze... Sì. Nelle vite dei nostri figli mancano tante tappe affettive che sono necessarie al normale sviluppo. Nessun ragazzino è mai morto per mancanza di videogiochi. Di tv. Di palmari ultimo modello, o di scooters metallizzati... Nè si muore per aver aiutato la mamma a lavare i piatti (Maria Montessori afferma che un bimbo di tre anni è assolutamente in grado di apparecchiare una tavola, quando adeguatamente istruito, e senza che ciò gli causi grandi traumi esistenziali...), o per aver rinunciato alla serata in pizzeria con gli amici... Spesso, la frustrazione, la fatica fisica, il sacrificio, in piccole dosi, ovvio, sono formativi e hanno il pregio, per contrasto, di far apprezzare maggiormente ciò che si ha... Ma i nostri figli hanno tutto, non capiscono il peso delle privazioni che sopportiamo per darglielo, e trascorrono il tempo a vagheggiare ciò che vorrebbero o a danneggiare ciò che non possono avere. Gli psicologi inglesi, ultimamente, rivalutano il vecchio, caro, preistorico scapaccione e il suo valore educativo come "rinforzo". Non so se abbiano ragione oppure no, ma è certo che noi, con la nostra convinzione di voler essere a tutti i costi AMICI dei figli, abbiamo accorciato troppo le distanze, rendendoci trasparenti come figure di riferimento, e avendo davvero poco impatto in quelli che avrebbero dovuto essere i momenti educativi. Salvo, poi, stupirci di aver cresciuto degli individui irresponsabili che non hanno dei reali parametri per capire che la gravità delle azioni commesse prescinde dalle reazioni che esse susciteranno...
P.S. Scusate tutti lo sfogo...ho due figli adolescenti, e stanno attraversando quella fase in cui li sbatterei volentieri per terra... So di non poter riavere i miei pulcini, ma è dura, SIGH, SE è DURA!!!