Domanda:
Perché chi ha la fortuna di lavorare, lavora male ed è infelice?
2013-07-04 06:20:00 UTC
Salve a tutti.

E' un pò che mi pongo una domanda: come mai, in questo periodo dove la gente disoccupata si suicida per la mancanza di un futuro, chi ha un buon lavoro non è MAI contento di ciò che ha?

vi faccio un pò di esempi..

a volte vedo cassieri e personale all'accoglienza dei supermercati che, anziché sorridere, sembra che ti fanno un favore a darti retta, sembra che gli da fastidio..

Vedo alcuni operatori Ama (nettezza urbana di Roma) che si trascinano faticosamente mentre spazzano a malavoglia le strade, sempre che non se ne stiano seduti in attesa nel camion a giocherellare con l'iphone.
Eppure avrebbero un bel posto fisso dove non fanno alcuna fatica. O è così faticoso spazzare un pò la strada oppure comandare il camion dei cassonetti?

ieri ho visto un operatore delle pulizie al trenino Roma - Ostia che anziché raccogliere una bottiglietta d'acqua, con un calcio la buttava giù nei binari. Troppa fatica raccoglierla per gettarla nel cestino che era a 3 metri di distanza. Non è questo il lavoro per cui è pagato.

Tutta questa gente che ancora ha la fortuna di lavorare, come mai lavora il meno possibile, e spesso nel peggior modo possibile?

Non si rendono conto che offendono a morte chi è disoccupato e sognano un lavoro come la manna dl cielo?

sono io un povero alieno, oppure il lavoro dovrebbe essere la fascia di tempo quotidiana dove impegnarsi con entusiasmo, per migliorare il mondo, guadagnandosi la pagnotta?

io sono schifato, vedo in giro degli esempi da vomitare. il mio sogno è che quella gente svogliata prenda il posto dei disoccupati, molto più meritevoli..veramente..

c'è una spiegazione scientifica, psicologica, sociologica a ciò che vedo coi miei occhi?

O non se ne esce?
Nove risposte:
2013-07-04 12:48:48 UTC
La risposta più semplice che mi viene in mente é che molte di queste persone che vedi in giro sçazzate in realtà sono persone frustrate e magari anche un po alienate proprio dal lavoro che fanno..



Nella nostra società dei consumi dove tutto é possibile comprare in realtà nn puoi comprare niente di ciò che ti occorre veramente..inoltre il mondo del lavoro é un mondo ipocrita che stritola le persone e appiattisce i pensieri..



Anche io vedo in giro tante persone che nn hanno voglia di fare quello che fanno o quello per cui si sono proposte di fare e mi chiedo perché come dici tu nn se ne vanno e lasciano il posto a chi vuole lavorare veramente e la risposta è che l italiano medio ama lamentarsi di tutto..



Negli ultimi anni inoltre questa tendenza é aumentata in maniera esponenziale perché le cose che vorrebbero acquistare per il loro benessere sono al di sopra di ciò che in realtà si possono permettere con il loro stipendio..queste persone che si lamentano nn hanno mai smesso di lavorare e nn si sono mai trovate in una situazione da disoccupati per questo motivo nn capiscono cosa significhi trovarsi senza lavoro..



la colpa di di questo trend di cose é anche del mercato consumistico che promette felicità solo acquistando prodotti che in realtà nn ti servono a niente..da qui la frustrazione e l alienazione..



Credo che questo stato di cose nn possa finire fino a quando la gente nn si renderà conto che i veri valori della vita nn sono gli oggetti da esibire in pubblico o quelli da possedere in privato ma bensì quei valori che sono andati perduti o si sono assottigliati con il tempo..i valori della famiglia..quelli delle amicizie e la gioia della piccole cose che per molti sono noia e per altri gioia di vivere..



Nei miei ricordi di bambino vedo i miei nonni che nn avevano tante cose ma erano felici tanto da passare 50 anni della loro vita insieme..



Nep
Antinoo
2013-07-04 16:20:27 UTC
Ecco qui l'eterna lotta tra i poveri precari/disoccupati schiavizzati da un sistema padrone e i fannulloni di turno. Ma, allora, chiediamoci: il mondo della (dis)occupazione è fatto da gente infaticabile o da fannulloni/bamboccioni/sfigati?

Personalmente, non voglio sparare e zero su una generazione che è anche la mia; e nemmeno voglio farlo su un sistema che, tutto sommato, nemmeno mi impegno fino in fondo a cambiare. Io credo che le colpe stiano da entrambe le parti, per una serie svariata di ragioni.



L'Europa, fino alla prima metà del '900, è stata sempre la culla della Bellezza. In Europa hanno scolpito Fidia e Michelangelo, in Europa hanno dipinto Leonardo e David, in Europa hanno scritto Shakespeare e Dante, in Europa hanno composto Mozart e Rossini. Paradossalmente, persino il nazismo era, a modo suo, una ricerca estrema di Bellezza e Perfezione, poichè il nazismo credeva ch'esse consistessero nell'omologazione totale degli esseri umani: solo così, si credeva, ci sarebbe potuta essere la pace nel mondo (una razza, un capo, uno stato, una religione etc.)*.

In realtà una certa incrinatura di questo culto del Bello la si è già avuta durante la seconda rivoluzione industriale, quando si preferiva l'utile al bello. Da allora, quest'idea non è mai venuta meno. Soprattutto, essa si è rafforzata con il benessere diffuso e generalizzato che qui abbiamo avuto negli anni '70 e '80.



Cosa voglio dire? Che noi abbiamo perso il culto del Bello. Che non vuol dire diventare artisti, ma trovare il Bello in ogni cosa che facciamo. Persino in un lavoro che a prima vista ci sembra terribilmente noioso. Ora non voglio autoesaltarmi (lungi da me…) però io riesco ad appassionarmi a qualunque cosa, fosse anche la più idiota o stupida del mondo. Da piccolo mi piaceva la matematica e non molto l'italiano, poi, col tempo, si è invertita la tendenza. Tuttavia, quelle volte che studio matematica (molto di rado) non posso che apprezzarne il rigore quasi masochista ed anche la genialità di chi ha trovato certi teoremi. Ora sto studiando psicologia: se non fosse per il fatto che devo preparare un esame in 4 giorni, la materia sarebbe interessantissima e molto utile per capire che noi, della nostra mente, non sappiamo davvero nulla. Ma così anche per molte altre cose: insegnare può essere utile per imparare qualcosa per se stessi; lavorare al call center insegna ad avere sempre la risposta pronta; fare l'agricoltore instaura un legame (faticoso quanto, sotto sotto, piacevole) tra noi e la natura. Ogni cosa ha, dentro di sè, la propria Bellezza, che non aspetta altro che essere trovata. Quanti casi umani può incontrare una cassiera di un supermercato! Casi umani di cui lei non conoscerà nulla, che lei ha visto una volta sola e di sfuggita, magari piccole scenette quotidiane… Io terrei un diario con tutte le persone che mi sono passate davanti. Chissà, potrebbe essere un libro :P



Insomma, ti dico questo perchè io potrei stare da qualsiasi parte. Naturalmente, ci sono lavori per cui ho compiuto degli studi e che preferirei fare ed altri che sarebbero di "ripiego", ma alla fine l'entusiasmo non cambia molto. Anzi, devo dirti: io difficilmente mi fermo da una parte sola, devo cambiare e trovare sempre nuovi interessi. Chissà, magari un giorno andrò a fare il marinaio :P (lo dico perchè tutti i marinai sono bonazzi LOL)



Abbi compassione di chi non fa il suo lavoro con passione. Il lavoro è ciò che facciamo e la nostra vita: chi non s'appassiona al suo lavoro sarà sempre un frustrato. E chi è frustrato non può nemmeno avere una famiglia serena. Non farsi piacere il proprio lavoro vuol dire non farsi piacere la propria vita. Che spreco! Qui, nel nostro mondo, c'è tanta Bellezza che aspetta solo di essere trovata ;)
2013-07-04 06:57:37 UTC
hai perfettamente ragione e condivido..ma ce' un altro fatto che anche a me fa imbestialire....

vedo gente e anche miei conoscenti che sono usciti da scuola con voti piu bassi dei miei..addirittura alcuni hanno ripetuto la scuola per ben tre volte mentre io no...eppure questi hanno il lavoro...e con questi io ci ho anche lavorato assieme e avevano lo stesso atteggiamenti che dici tu...cioe' arriva il cliente e tu sei scazzato senza sorriso e svogliato al massimo....ma io dico ...e poi questi qui adesso lavorano e non so come hanno fatto a prenderli!!allora sale la rabbia e ti capisco benissimo....
2013-07-04 06:35:19 UTC
Guarda io sono giorni che ho lo stesso identico pensiero ! Quando vado a fare la spesa tutti scazzati, chiedo un'informazione e sembra di chiedere di regalarmi dell'oro, la verità secondo me è che non siamo ancora giunti in quella crisi nera e profonda, o forse ci siamo talmente dentro che le persone non riescono a concentarsi sul lavoro pensando a ciò che le aspetta tornando a casa.. Io ho 19 anni, lavoro al ristorante dei miei genitori, e nonostante la mia giovane età so la differenza tra un sorriso e un muso lungo fino per terra, e quindi quando ho i miei problemi li metto da parte per quelle 8 ore di lavoro e tiro fuori un sorriso come per dire "sono al vostro servizio!". Questo è il modo per tenersi i clienti, questo è l unico modo che adesso in questo periodaccio abbiamo; quindi inservienti, professori, bidelli, commesse/i SORRIDETE se no nessuno verrà più a comprare in un posto dove sono tutti scazzati !!
ciao
2013-07-04 07:36:01 UTC
certo che c'è una spiegazione..prima di tutto questi tizi come dici te non avranno vita lunga..non nel senso che muoiono ma nel senso che prima o poi rimarranno anche loro senza lavoro,dato che quando si devono fare dei tagli lasci a casa prima i scansafatiche..loro sono i primi della lista,è questione di tempo.si è vero che anche chi lavora ti trova delle magagne,io per esempio lavoro nella ditta di mio padre,non mi lamento per carità,però sai quanto lavoriamo io e mio padre?ci facciamo 10 ore al giorno..circa per renderti l'idea 220 ore al mese..sai che anche chi è senza lavoro non è disposto a fare simili orari?per esempio abbiamo messo uno in prova..sto qui è in cassa integrazione,lui abituato a 8 ore al giorno 5 giorni a settimana è stata dura..il lavoro bisogna prenderlo per come è..se molti sono a casa devi anche considerare questo,vedrai che quando staranno per morire di fame si adegueranno a lavorare come dio comanda,.
?
2013-07-04 07:06:55 UTC
gia condividdo a pieno cio che dici. ho finito la scuola ormai da un anno e non trovo lavoro sono demoralizztissima. ormai è diventato un sogno nel cassetto lavorare e farei qualsiasi cosa che sia dignitosa..infatti mi spiace quando vedo appunto gente che si lamenta ma anche qui su answer spesso mi capita di leggere solo lamentele. non sono mai soddisfatti. del resto tutti noi umani non sappiamo apprezzaare cio che abbiamo allora ci lamentiamo sempre..ed è per questo che diciamo si stava meglio quando si stava peggio
2013-07-04 06:40:44 UTC
"sono io un povero alieno, oppure il lavoro dovrebbe essere la fascia di tempo quotidiana dove impegnarsi con entusiasmo, per migliorare il mondo, guadagnandosi la pagnotta?"



la preoccupazione prevalente di qualsiasi commesso di una grande catena è convincere qualcuno a comprare qualcosa di cui in massima parte non ha bisogno per assicurare ulteriore lucro ai già ricchissimi azionisti della multinazionale proprietaria, non certo per contribuire al benessere del globo. Fare un lavoro del genere non ti rende una persona migliore ma un semplice ingranaggio del sistema economico, il cui fine ultimo è il guadagno di pochi. Parlo del commesso perché è un lavoro che ho fatto io, ma si potrebbe dire lo stesso di tanti altri



trovo giusto che persone pagate per svolgere un certo lavoro lo facciano nel modo migliore, ipocrita che si debbano stampare a forza un sorriso in faccia, ingiusto che debbano tutti essere chiamati a fingere che il loro lavoro migliori la società, quando è evidente a tutti che battere in cassa per otto ore è solo una mansione alienante che potrebbe essere svolta molto meglio da un computer (basti pensare alle attuale casse elettroniche). Il motivo per cui la maggior parte della gente lavora è avere uno stipendio, e uno stipendio permette semplicemente di comprare quello di cui si ha bisogno; che tutto ciò possa essere confuso con la felicità è appunto il motivo per cui la nostra società è in massima parte consumistica e profondamente ossessiva.
Buiototale
2013-07-04 06:38:37 UTC
Dal mio punto di vista è tutto frutto di una falsa aspettativa creata negli anni 70-80 dove il benessere generale che c'era ha fatto desiderare e ottenere posti di lavoro dietro la scrivania, senza sudare e sporcarsi le mani ad un sacco di gente (detto terra terra).



Lo stato attuale dei fatti non può permettere questo lusso è c'è bisogno di gente che si voglia rimboccare le maniche.



Mi inimicherò un sacco di persone dicendo questo, ma ho fatto un sacco di colloqui di lavoro, per un posti di lavoro ben retribuiti, a contratto INDETERMINATO con i contributi pagati ecc. Quando si accorgono che poi bisogna lavorare veramente (e non parlo di zappare a mano la terra arida o mettere l'asfalto a ferragosto sull'A1) non si presentano più, in attesa di un lavoro alla scrivania o al DECATLON-IKEA-SATURN ecc. dove non fanno una mazza e chiacchierano con i colleghi.



La disoccupazione è un enorme problema, a maggior ragione sono daccordissimo nel dire che mi fanno schifo quelli che snobbano un vero lavoro o lo fanno con lo scazzo.



Poi c'è da dire che nella natura umana ormai, sempre a causa di false fottute aspettative, non ci si accontenta mai di niente. Tutti vogliono andare in giro in BMW, tutti vogliono andare al 2 stelle Michelin, in vacanza in Malesia.



Per me non se ne esce, o almeno non ce lo ricorderemo noi.



Complimenti per la domanda.
Francesco
2013-07-04 06:56:51 UTC
Se vuoi saperr cosa penso io penso che avere un lavoro nn sia abbastanza io personalmente vorrei farr un lavoro che mi piace fare e nn uno dei lavoretti cm cassiere e ste cose e poi noi italiani siamo fatti cosi vogliamo sempre di piu forse perche in fondo nn ci sentiamo totalmente realizzati


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
Loading...