Domanda:
Da cosa scaturisce il valore che diamo alla vita?
Frozen Yeeshaval
2008-10-19 09:24:00 UTC
Un accenno alle torture medioevali da parte di una utente in una mia domanda mi ha fatto riflettere su quanto poco valore avesse la vita in passato......e di quanto poco ne continui ad avere attualmente in determinati paesi.
Da cosa è determinato il distinguo?

Cos' è che ci spinge a dare maggior valore alla vita?
Da cosa nasce il rispetto della vita, e cosa ha affinato la nostra sensibilità nei confronti di essa?
E' una conseguenza della cultura, delle mutate condizioni economiche, o cos'altro?
22 risposte:
2008-10-19 09:54:24 UTC
Questa è davvero una domanda da 10+ su cui si potrebbe scrivere un saggio, ma che dico, un libro, e probabilmente ne hanno già scritti. Ora proverò a mettere in breve il mio pensiero.



La storia dell'uomo è millenaria ormai, non si contano più le culture diverse e i diversi modi di pensare che si sono susseguiti nel corso della storia. C'è qualcosa però - fra le tante - che ha accomunato tutti questi millenni: lo scarso valore che si è sempre dato alla vita umana - o meglio, alla vita di un qualsiasi morto di fame, perchè per i re e i ricchi invece il discorso è diverso (ma neanche tantissimo...). Soffermandoci solo un pochino so qualsiasi età passata, possiamo ben notare che, per fare un esempio, la pena di morte veniva applicata praticamente sempre e dovunque fino ad arrivare al nostro secolo, il dopoguerra in particolare. Non a caso la “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” è del 1948. Prima di allora, tranne dovute eccezioni, la vita di qualsiasi individuo era soggetta a qualsiasi forma di soppressione, inclusa ovviamente quella dello stato. Ci sono leggi fin dai tempo degli antichi romani, questo è ovvio, ma la vita umana solo in epoca contemporanea ha assunto il grande valore che ha ora, almeno nella cultura occidentale. Io credo che la causa principale – ma ovviamente non l’unica, per questo genere di cose è impossibile pensare che ci possa essere una sola causa – è da ricercare proprio nei due conflitti mondiali del XX secolo. Le due guerre mondiali sono qualcosa che hanno stravolto la mentalità della gente, hanno modificato alla radice la politica nonchè demografia mondiale, non si sono mai visti in così poco tempo così tanti morti, vite spezzate dall’orrore della guerra, la morte è diventata qualcosa di “coreografico” che ha coinvolto la società occidentale, l’Europa in special modo. In quegli anni è sembrato che tutto quello che stava iniziando a costruirsi intorno ai valori della società e della vita umana è andato distrutto sotto i colpi delle micidiali armi belliche: la vita era negli anni delle grandi guerre oramai qualcosa appesa a un filo per milioni di persone. D’altronde in tanti anni di storia l’uomo si è reso conto che cose del genere non potevano essere più ammissibili, data l’enorme portata delle nuove tecnologie capaci di dimezzare drasticamente la popolazione mondiale. E così si è concluso il processo, iniziato approssimativamente a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo (forse causa prima la Rivoluzione Francese) secondo cui la vita di un uomo è sacra è inviolabile semplicemente per il solo fatto di esistere a questo mondo. La causa credo sia sempre la stessa: le guerre che aumentano sempre di più la portate della vittime.

Il motivo per cui, a mio avviso, in tanti altri paesi non si è ancora concluso questo processo è appunto nel fatto stesso di non aver subito totalmente come l’Europa il “trauma” delle due guerre mondiali.



Il discorso, come detto all’inizio è estremamente complesso, dovrei menzionare anche la religione Cristiana che fa da sfondo a tutto ciò, ma spero con questo di essere stato abbastanza esauriente.



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Vorrei fare un piccolo appunto a quanto detto da Hidaricikara sotto di me. Menziona le società rurali, dove dice che il valore della vita è rimasto inalterato (non contagiato dall'urbanizzazione e dalla tecnologia). Da certi punti di vista sicuramente sì, alcuni valori sono rimasti inalterati, ma mi sembra che non sia esattamente così, un ambiente bucolico, il locus amoenus della letteratura. Anche qui il concetto del valore della vita si è modificato come in tutta la società: non dimentichiamoci che nelle società rurali esisteva fino a pochi anni fa (e dico pochi) la dura e ferrea legge del pater familias, che aveva potere di vita e di morte su tutti i componenti del gruppo familiare. C'erano le assemblee popolari che infischiandosene delle leggi del proprio paese mettevano a morte chi rubava le galline al vicini. La situazione è tutt'altro che inalterata, anzi, migliorata sicuramente, dal punto di vista del valore della vita.

L'urbanizzazione non credo abbia modificato granchè il valore che diamo alla vita, avrà modificato tante altre cose, ma non questo.

Hidaricikara parla anche degli indiani d'america, ma non dimentichiamoci che essi praticavano lo scalpo e alcuni capi tribù eseguivano sacrifici umani a Manitù. Dimentichiamoci piuttosto il mito "del buon selvaggio" che è in armonia con la natura e con gli altri uomini.

Sembra che Hidaricikara, tra l'altro, ritenga che il valore della vita oggi sia peggiorato con la società urbana, cosa che mi sembra un'enorme bestemmia. Saranno peggiorati tanti "sani" (ma ci sarebbe da parlarne) valori, ma non certo questo della vita, che oggi è - almeno nella società occidentale - un diritto fondamentale di qualsiasi individuo, come mai lo era stato della storia dell'umanità.



Hidaricikara quello che dici tu è giustissimo da una certa ottica, ma io vorrei sottolineare l'errore (se di errore si può parlare) di fondo che c'è in questo tuo pensiero: le bombe di Bush, la gente che calpesta i gatti, i ragazzini che filmano con il telefonino i bulletti, ecc ecc sono tutte cose che nella nostra società moderna spiccano (soprattutto grazie ai media che prima non c'erano) proprio perchè nella nostra mentalità diffusa diamo alla vita un valore più alto di quanto non lo si facesse in passato. Queste cose solo un centinaio di anni fa succedevano sempre, solo con mezzi diversi, ed era la regola, quindi nessuno si scandalizzava (a parte pochi intellettuali avanti coi tempi). Io... la penso così e basta leggersi un qualsiasi libro di storia di vita quotidiana - non la storia "normale", quella la conosciamo tutti - per accorgersi di ciò che dico. Ciò non toglie - ti ripeto - che molti valori con la nostra società sono andati decadendo, anzi, direi meglio modificandosi. Per farti un esempio pratico e veloce: un secolo fa se venivi ucciso ed eri un morto di fame nessuno se ne importava di te, ora la legge tutela qualsiasi individuo. Questa cosa, se può sembrare una banalità ora, non lo era prima. Altro esempio veloce: non credo che la situazione economica più povera renda il valore della vita di un uomo più alto rispetto ad altri morti di fame, e questo lo si può riscontrare in tanta gente che si scanna per un tozzo di pane. E' sicuramente più giustificabile questo che la guerra in Irak, ma è un'altra questione. Io parlo a livello generale: quello che voglio dire io è che ai giorni nostri è mentalità comune e diffusa che la vita abbia un valore intrinseco, al di là dei fattacci di cronaca e le guerre inutili della nostra era. Il valore della vita di ogni indivudio è sicuramente preso molto più in considerazione negli ultimi 50 anni rispetto a tutta la storia dell'umanità. E una delle causa, ho detto sopra, è stata la devastazione delle guerre che hanno sconvolto l'Europa a partire dal XVIII secolo all'incirca (guerre di successione, guerre religiose, rivoluzioni popolari ecc ecc), per concludere il suo processo con le due guerre mondiali del XX secolo.
Hidaricikara 左力
2008-10-19 09:55:51 UTC
Ti diro', sarei pronto a scommettere che il valore della vita o meglio il rispetto della vita e' maggiore dove e' minore la cultura e l'agiatezza economica.

Per lavoro mi trovo spesso a contatto con realta' culturali profondamente diverse (nonostante la tua amica pensi ancora io faccia il bancario) e ho notato che il rispetto per la vita e' maggiore dove c'e' meno cultura e dove e' maggiore il contatto con la terra.



in una parola sola: le societa' rurali.

Qui l'equilibrio della vita e il rispetto per la stessa sono rimasti inalterati. Si da ancora un giusto valore alla vita e alla morte degli animali e delle persone.



la societa' industrializzata a mio parere ha disumanizzato le persone.

I bambini qui vengono ben educati..ci si scandalizza per l'uccisione di una persona o di un bambino..ma non ci si ribella se ad un paese a 1000km da noi..un'altra societa' "sensibile" fa cadere bombe su bambini come nevicasse a Natale...e questo magari solo per risollevare crisi economiche..o muovere certe industrie.

Proprio ieri ho letto qui su answer, di questa nuova perversione "sessuale" denominata FETISH CRUSH...purtroppo dilagante in tutto il mondo.

L'uomo si divertirebbe a vedere piedini femminili o scarpe femminili schiacciare letteralmente la testa di gattini o cagnolini vivi..

Cosi' mentre da una parte gattini e cagnolini vengono viziati quasi fossero essere umani (gli si pittura le unghie e il pelo..credetemi in Giappone accade)..dall'altra li si ammazza in modo atroce ..per una strana perversione sessuale.

La societa' industrializzata e' piena di queste contraddizioni.

Il Papa continua a dire di non fare la guerra, ma mai una volta che si metta a fare lo SCUDO UMANO per fermare le bombe al fosforo americane.



Gli Indiani d'america uccidevano bisonti solo per coprirsi con le pelli d'inverno o per mangiarne la carne..

A contatto con l'uomo bianco e il denaro..i bisonti si sono praticamente estinti, gli indiani sono diventati alcolizzati e gli yankee piu' ricchi.



Il medioevo e' ancora qui cara Yeeshevall.

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@ m ï k ï t r ₪ ultrasalerno ₪ ♂



Tu mi parli di indiani che sacrificano esseri umani a manitu'..tu mi parli di padri famiglia che avevano o hanno il potere di vita o di morte sui componenti della famiglia.

Ti assicuro..che a parte gli indiani e i sacrifici umani..la cosa mi sorprende parecchio..

Comunque accetto queste informazioni come fossero vere..e magari lo sono anche.



Detto questo, mi preme dirti che un padre che decide per la vita o la morte di un componente della famiglia o un indiano che sacrifica una vita per manitu'..e maggiormente scusabile dal punto di vista umano di una ragazza che schiaccia la testa di un gattino per divertirsi.

Ed e' anche piu' umano di un Bush che lancia le bombe al fosforo su innocenti iraqueni.



La scusante del padre sarebbe, di punire il componente della famiglia per un grave reato compiuto dallo stesso.

La scusante di Bush quale sarebbe? esportare la democrazia?muovere certe industrie? appropriarsi del greggio? scegli tu..



Gli studenti che filmano la loro compagna col telefonino..mentre questa e' moribonda sotto le ruote di un autobus.. Questo e' apprezzare il valore della vita forse?



Un Papa che guarda immobile quello che avviene..e l'unica cosa che fa e' distribuire saggi consigli..Questo e' avere rispetto per la vita?

Siamo anestetizzati..e non notiamo che in questa societa' il valore della vita e' davvero scivolato in basso.



E allora preferisco essere ammazato da un pellerossa perche' ho attraversato il suo territorio di caccia..piuttosto che mi cada una bomba americana in testa..bomba che serve solo a riempire il portafoglio di "pochi"...sperando che qualcuno non filmi col telefonino il mio corpo spappolato.



Non sto scrivendo scemenze. I video di suicidi, morti di guerra e decapitazioni hanno un mercato che non immaginate nemmeno..

Sempre perche' si da un valore alla vita..ovviamente.



Quando vuoi possiamo parlare anche del mercato di organi..e a chi fanno capo certe organizzazioni ..

Non sono certo pater familias..



Allora se mi vuoi dire che nella societa' urbana si muore meno facilmente..nel senso che si viene condannati meno facilmente a morte..hai ragione. Ma questo non significa che la societa' ed i suoi componenti diano piu' valore alla vita degli individui.

La societa' urbana produce piu' delitti, e li produce spesso senza ragione alcuna..(o nella migliore delle ipotesi per lucro)..delitti per cui non vi sara' la condanna a morte del giudice( figura per altro sostitutiva del nostro pater familias...in una famiglia allargata e dalle regole piu' complesse come la societa'urbana).

La societa' urbana genera mostri e tollera comportamenti che sono tutto..tranne che un elogio alla vita.



Pero' non condanna a morte..



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@aura 2077: Solo una cosa, il mio tirare in ballo Bush e l'america non voleva essere il pretesto per fare politica, ma solo mostrare come alcune societa' sensibili a parole e democaratiche, si rendano poi partecipi di crimini mostruosi contro l'umanita'. E questo varrebbe pure per Putin in Cecenia..o in stati dove vige la dittatura sia essa di destra che di sinistra.



Il punto non era quello..anche se li' sei andata a finire, per mettere sullo stesso piano oriente e occidente...comunismo e capitalismo...

La Cina e la societa' cinese produce orrori anche sugli esseri umani..senza scomodare i poveri cani spellati vivi..che purtroppo ho visto anche io.



Ma sorvolando questo punto, che in fondo e' l'unico che ci vede concordi..insisto sul fatto che e' proprio l'agiatezza che produce un distaccamento dal valore della vita.

E insisto nel dire che spesso sono le societa' consumistiche a produrre piu' violenza.

Un esempio su tutti: il petrolio.

Quante persone muoiono per far muovere le nostre automobili o i nostri aerei? Potremmo contarle?

Quante persone muoino per i nostri diamanti?

Quanti animali muoiono per farci indossare scarpe pregiate in pelle..e non so nemmeno come questi vengano spellati..



Seduti comodamente su una poltrona, spesso non sappiamo (io per primo) quante persone uccido, per stare nella mia agiatezza..per godermi le comodita' di ogni giorno.

E ancora oggi mi domando se uccide piu' l'ignoranza o il benessere...





rispetto anche per te..e pollice su.

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Mi ero accorto di aver male interpretato..quindi come hai visto avevo gia' modificato la mia risposta..ma purtroppo l'avevi gia' letta...



scusami..rileggendo ho capito che si trattava di un mio errore di lettura dettato da pregiudizio..scusa ancora.
Ammoniaca Evaporata
2008-10-19 13:19:46 UTC
Il maggior valore alla vita ( non assoluto, bensì relaativo rispetto a epoche precedenti o semplicemente ad altre realtà, anche attuali ) è un concetto che col tempo si è fatto strada nella nostra cultura e si possono trovare piccole radici germogliate da ogni epoca. Forse ,se devo pensare a una bella spinta verso questo sentire, mi viene in mente il periodo Illuminista, che nel bene o nel male mise al centro di tutto l'Uomo, finalmente svincolato anche dall'idea di Vita elitaria, solo per i 'buoni', tramandata dalla cultura cattolica..

Solo un' idea..
Utente Enrico
2008-10-19 10:04:16 UTC
Credo che la forma di governo di un paese sia il termometro indiretto dell'importanza che quel paese dà alla vita.

Ne consegue che in uno stato democratico la vita sia rispettata. In un regime nel quale le persone sono viste come numeri, pedine o burattini facilmente sostituibili la vita non è altro che una caratteristica secondaria come, per esempio, portare gli occhiali.
2008-10-19 10:11:42 UTC
dallo stato di fatto ...



dalla normalità che certe consuetudini (ma si potranno definire così?), in determinate zone del mondo, diventino il pane quotidiano ...



se andiamo in una regione del pianeta, dove si muore di fame .... potrà meravigliare qualcuno che ci si accoltelli o ci si spari per qualche danaro?



se c'è una guerriglia in corso, ci si potrà meravigliare se lungo il fiume ogni giorno si vedono scendere galleggiando un n° tot. di morti ammazzati? (testimonianza di un collega di lavoro) ...



se viceversa, viviamo in un paese ricco , opulento ... la vita avrà un valore elevato ...

quindi meno rassegnazione e più attaccamento alla "roba" e grande meraviglia alla morte di un conoscente, non ostante la vita media sfiori ormai i 90 anni ...



paradosso ... nei paesi dove l' opulenza regna ... il n° dei suicidi è in costante aumento ..



quando i bisogni primari sono stra soddisfatti, andiamo alla ricerca di problematiche che chi ha la pancia vuota non si pone di certo ...



ed ecco che troviamo il modo di dare minor valore alla vita anche qui da noi ...



ciao V.



Mac
aura20771
2008-10-20 13:25:26 UTC
L'essere umano è l'unico animale davvero feroce che esista al mondo. In alcune specie animali l'omicidio avviene solo per rigorose ragioni genetiche, altrimenti è rarissimo, quasi nullo. Per gli umani invece l'omicidio è frequentissimo.

La democrazia in quanto tale garantisce il diritto alla vita, e pur essendo tutt'altro che perfetta, è comunque il miglior tipo di governo che sia stato inventato a tutt'oggi.



Una spiegazione dovuta a Hidaricikara 左力 : ho spolliciato io perché in quel momento non potevo rispondere, ma è giusto che ti esponga meglio la mia opinione contraria alla tua, anche se mi preme di aggiungere che hai tutto il mio rispetto: non trovo giusto farne una questione politica e cacciar fuori il solito trito antiamericanismo, quando di esempi di crudeltà tutto il globo ci offre una gamma vastissima e desolante. Solo questo. Prendere a pretesto un argomento che implica l'essenza stessa della nostra crudele natura, solo per puntare il dito verso i soliti cattivoni americani, o più in generale, i soliti cattivoni decadenti occidentali mi pare scorretto, e gravemente incompleto. Se ti scandalizzano (a ragione e condivido, ovviamente) i piedini sulla testa di cuccioli inermi (sarà anche pratica in espansione, ma non credo sia così diffusa), cosa mi dici di chi scanna bestiole senza stordimento per motivi religiosi, o dei cinesi (tanto per fare un esempio, ma tutto l'oriente è un arcipelago di orrori di vario tipo, che nulla ha da invidiare a quelli occidentali) dei cinesi, dicevo, che scuoiano VIVI cani e gatti, non prima di aver mozzato loro le zampe? Le bestiole urlanti guardano inermi i propri arti cadere a terra, con negli occhi una consapevolezza che credimi, è agghiacciante, ho visto i filmati, credimi. Se ti fai un giro su youtube forse ne troverai, io ho mangiato da poco e comprenderai che questa ricerca preferisco risparmiarmela. E con questo non voglio puntare il dito contro nessuno, ma voglio soltanto spiegare che non c'è una civiltà buona e un'altra cattiva. E soprattutto che non è il benessere che rende "cattivi", tutt'altro, a mio avviso.



L'essere umano è una creatura che sa essere meravigliosa e crudelissima. A qualsiasi latitudine e longitudine.

Per completare comunque la mia risposta, il benessere, anche quando non sia necessariamente ricchezza, ma per lo meno tranquillità per quanto temporanea, credo sia una premessa necessaria per la generosità e la preoccupazione per l'altrui benessere.

Dietro consiglio di un'answerina, sto leggendo un documento impressionante scritto ai tempi della rivoluzione russa. Nei momenti di profonda miseria, di fame, di freddo, di disperazione, con la morte dietro l'angolo, e i fucili che sparano all'impazzata su chi càpita, a casaccio, la preoccupazione per il benessere altrui si fa quasi nulla, e forse solo in quei momenti cruciali e difficilissimi, si può distinguere davvero chi è generoso e chi ritiene davvero che la vita abbia un immenso valore.



Personalmente, non c'è qualcuno da cui preferirei essere ammazzata, qualsiasi siano le sue motivazioni, in fin dei conti mi sembrerebbero tutte delle grandissime str.onzate, in confronto alla perdita di tutto ciò che ho, alla perdita dell'abbraccio di mio figlio e dei miei cari, alla perdita di tutte le mie idee e dei miei progetti e del mio piccolo universo. E in forza di ciò, non mi sognerei mai di togliere questo ad un'altra persona.

Forse Yeehsaval, il rispetto della vita nasce dal rispetto della nostra stessa esistenza.



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@Hidaricikara: preferivo un pollice giù, al posto del tuo fraintendere il mio esempio sui cani. Il paragone, mi pareva chiaro, era tra quello appunto dei cani spellati vivi e dei gattini spiaccicati vivi sotto le scarpe. I bambini, e i crimini contro l'umanità di ogni tipo erano compresi nel discorso generale che ho fatto sulla crudeltà umana. Mi scuso per aver dato poco risalto a questo aspetto, ma il tema è complesso, si rischia di scrivere un romanzo. Tuttavia posso ad esempio citarti i bambini in Africa, in zone dove sanguinose guerre civili li vedono costretti ad imbracciare fucili a sette o otto anni, a morire o a restare orrendamente mutilati, dove violenze indicibili vengono loro inflitte, nel corpo e nella mente.

Se permetti, insisto: la società occidentale non è peggiore delle altre. Forse la differenza è che quando da noi avviene qualcosa di riprovevole, nella maggioranza dei casi viene fuori, se ne parla su tutti i media, cosa che altrove non avviene per i più disparati motivi. Non puoi negare che le nefandezze di Bush hanno ampio risalto, mentre quelle dei dittatori africani occupano molto meno spazio, a torto o a ragione, nell'immaginario collettivo, e guardacaso anche sui media. Con ciò non nego che ci siano porcherie tutte occidentali che vengono oculatamente taciute, ma abbiamo comunque i mezzi per capire, per imparare, per informarci, per farci un idea, e adesso, con Internet e anche questo stesso piccolo spazio che occupiamo ora, e non è poco: per esprimerci. E questi mezzi, mi spiace insistere, ce li garantiscono la democrazia e il benessere, e la società in cui viviamo. Lungi dall'esser perfetta, ripeto, ma migliore di così purtroppo non è stata ancora inventata.

:-)



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@Hidaricikara: .......... e adesso mi spiace davvero per averti dato quel pollice.......

Non scusarti, nel confronto educato accetto anche giudizi forti, e mi difendo come posso.

Le domande sulla tua esistenza e le sue dirette conseguenze sugli altri sono domande di persona estremamente sensibile. Me le faccio anche io, ogni giorno, più volte al giorno. Pace, tra "sensibili", anche se con idee divergenti, anzi, direi "soprattutto" se con idee divergenti.

:-)



(Se ti può consolare, non ho mai avuto un diamante in vita mia, e mai l'avrò!!!!)



La mia e-mail è sempre aperta, per tutti, per te e per chiunque avesse voglia di argomentare ancora.
2008-10-19 10:40:44 UTC
Ho sempre avuto un atteggiamento di grande distacco verso la morte..

Ho sempre pensato che se me ne fossi andata via, sarebbe stato un attimo, e non avrei avuto timore di quel momento..



Poi negli ultimi due anni sono successe tante cose..

Più di un anno fa, nel giro di un mese, mio padre è venuto a mancare..

Non lo rimpiango, non era un buon padre, ma l'ho pianto..ho pianto tantissimo la mancanza della 'figura' che rappresentava.

Siamo sempre stati in conflitto, su tutto.

Ogni giorno era un susseguirsi si offese, accuse di reciproca inadeguatezza al ruolo di figlia e di padre..

Anche all'opedale..quella sua degenza mi sembrava un ennesimo affronto, un nuovo modo di torturare me e gli altri di casa con lamentele, piagnistei, e rimbrotti su tutto..

La tensione al cardiopalma, quell'epilogo che mai..mai..si sarebbe immaginato, era una lotta continua, un rivaleggiarsi a denti stretti nelle camerate di corsia..

E' stato un mese terribile..

Ricordo un solo sprazzo di tenerezza paterna..

Avevo da poco comprato la macchina, gliene stavo parlando, e lui era insolitamente pacato, quasi dolce..

Mi chiedeva che modello era, che colore, che tipo di carburante usava..

Ricordo che disse: "quando torno a casa mettiamo a posto il garage..così ci facciamo entrare anche la macchina tua, e non la parcheggerai in strada!!".

Non abbiamo mai più messo a posto quel garage..lui non ne ha avuto il tempo, se ne è andato dormendo, per una setticemia senza scampo..



Io non sono credente, ma una mia parente, un mese circa dopo la scomparsa di mio padre ha detto di averlo sognato..e che lui le diceva che stava bene..ma che aveva lasciato troppe cose incompiute..



Da allora il senso della vita ce l'ho fortissimo..

Dico sempre quello che provo, non pospongo mai le cose che mi prefiggo, e mi gusto ogni giorno..me lo gusto davvero.



La vita è magnifica, non voglio lasciarmi alle spalle, quando me ne andrò, nemici, cattiverie, o carezze non date..
2008-10-19 10:18:59 UTC
è prevalentemente un fatto culturale. la vita ha valore SOLO se stai bene economicamente, moralmente e civilmente.

cultura e civiltà dipendono strettamente dal benessere.

Ha fatto un bel discorso qualcuno qui sopra (perdonami non ricordo il nome) sull'empatia umana, in sintesi il concetto è questo:

ho la pancia piena le ossa sane, quindi, avendo tutto a posto per me, posso permettermi di pensare a te.



in tutti i popoli in cui il livello minimo di beni per sopravvivere non è garantito, in cui cioè io devo lottare per sopravvivere ogni giorno, non verrò mai a pensare a come puoi stare tu!!! quindi ne la civiltà ne la semplice empatia esistono in questo caso, la vita di un uomo in quanto singolo, non vale nulla.

e di solito la vita di donne e a seguire animali vale ancor meno.



così non importa se c'è violenza, prevaricazione o tortura,

se si strazia, si violenta, si infibula, si prevarica, si umilia e si sottomette o si rende schiavo qualcuno, tanto in fondo non vale nulla una vita.
2008-10-19 11:14:14 UTC
nelle nazioni o societa' cosidette evolute

i modi di uccidere e di torturare sono solo cambiati.

Non c'e' piu' bisogno di uccidere il nemico,

basta umiliarlo, ghettizzarlo, distruggere le sue prospettive

di vita equa, annullare le sue capacita',

schiavizzarlo.

Nelle societa' cosidette non evolute,

le cose sono piu' semplici,

occhio per occhio dente per dente,

morte tua vita mia.

Nelle societa' evolute accade la stessa cosa,

ma non piu' per mano di spada o coltello,

tranne le migliaia di situazioni che accadono ogni giorno

nella nostro Evolutissimo paese.

Nulla e' cambiato perche' nulla puo' cambiare.

L'uomo non cambiera'.

La societa' evoluta del buon George W Bush non ha accoltellato

nessuno, ma quante bombe ha sganciato?

Falcone e Borsellino non sono forse stati torturati

per tutta la carriera fino all'esecuzione finale?

Il Benessere ha cambiato solo il valore che diamo alla Nostra vita,

non quello che diamo alla vita altrui.



Quello che accadeva in passato lo apprendiamo solamente dai libri di storia,

ma cosa leggeremmo se potessimo avere i giornali quotidiani dell'epoca?

Nulla di diverso da oggi.



ciao
?
2008-10-20 04:30:35 UTC
dal sentimento della Vita, dalla gratitudine e dall'Amore che abbiamo per essere al mondo. In certi Paesi e contesti questo sentimento è istituzionalizzato come 'diritto inalienabile dell'uomo', in altri no... ma c'è, è presente in tutti noi, a volte s'identifica con la nostra spiritualità, anche se spesso non vieno rispettato.
Nihal
2008-10-19 13:30:07 UTC
Per quanto mi riguarda..non è solo uno sguardo al passato e al rendersi conto di tante cose..realtà,ma riguarda la riflessione...il saperci fermare a riflettere sulla vita,il suo significato...il suo valore.

Il vedere tanta morte in giro..che sia per lavoro,malattia,incidente stradale,assassini...questo fa riflettere molto.Ma soprattutto credo che ciò avvenga...quando ne siamo colpiti direttamente o quasi.Allora lì capiamo e afferriamo ancor di più cos'è la vita.Un giorno ho visto un uomo sulla sedia a rotelle...era in un locale in riva al mare...e guardava l'orizzonte.Vedevo nei suoi occhi la voglia di tuffersi in acqua...ecco,questo mi ha dato una scossa dentro.Quante volte ci lamentiamo e non siam contenti o diamo tutto per scontato?Perchè non apprezziamo davvero la vita!Ci sono tante e troppe cose che mi fanno capire il valore della vita......poi diciamone un'altra......di vita una sola ne abbiamo....quindi?
?
2008-10-19 12:38:25 UTC
Dalla consapevolezza che ogni essere e' unico e insostituibile
~ OLOS ~ חלום مَنَام όνειρο 夢
2008-10-19 09:40:20 UTC
Il mio parere è che dipenda dalla nostra cultura. In passato la gente accettava il dolore e la morte che vedeva costantemente intorno come fosse parte della vita, i semplici erano infarciti di retorica cristiana sul premio nella vita successiva di tutto il dolore patito in questa, per cui la vita era solo sacrificio e la morte una liberazione dalle sofferenze.

Oggi noi abbiamo la possibilità di vivere la vita molto meglio che in passato e siamo perciò alla continua ricerca delle felicità che secoli fa ci sarbbe stata preclusa. Un tempo la gente spesso non aveva nemmeno la possibilità di risolvere i problemi degli altri, i malati di peste e i figli indesiderati venivano lasciati morire; oggi le nostre condizioni ci permettono di aiutare con molta meno fatica chi è in difficoltà e questo ci ha portato a sviluppare il nostro senso di empatia.

Infine molto importante è lo sviluppo di una vera cultura che ci ha messo in condizione di dubitare della fede e della vita oltre la morte: magari esiste ma se possibile cerchiamo di ottenere felicità e giustizia anche in questa.
Snike
2008-10-19 09:45:05 UTC
....conosco solo la vita....e non anelo la morte.....

essa mi dà gioia...mi dà tristezza...mi dà noia...mi dà gioia....mi dà...

quindi per me il valore della vita è ciò che lei mi dà....dal positivo e il negativo....e la voglia di viverle sempre e comunque finchè mi sia concesso......

vivo la vita come un dono....
matteo90111
2008-10-19 09:35:02 UTC
secondo me il valore della vita deriva dal fatto che è unica!

(avrai pensato grazie al cavolo) e nei paesi meno sviluppati dal punto di vista sociale non si tiene conto dell'individuo in se per se
Adri
2008-10-19 09:34:17 UTC
la vita per tutti ha un grande valore e tutti la vogliono vivere al meglio ma ovviamente ognuno da un suo personale punto di vista..influenzati dalla cultura e dalle religioni non possiamo avere un denominatore comune sul valore della vita..
2008-10-19 09:31:40 UTC
del progredire del sapere e di conseguenza del progresso. che ci piaccia o no, la tv, internet hanno aperto le porte del mondo ce lo hanno portato in casa. Più sai meno hai paura.
2008-10-19 09:27:39 UTC
CULTURA
2008-10-19 10:45:52 UTC
Quando capiscio che basta un niente e non ci sei più..

come fare poi per continuare a farsi vedere

vantandosi

e frequentando le amicizie fatte sin dall' asilo?

amare.. e non parlo solo dei rispettivi partner

oggi ci sono troppe rinunce e la corsa all' eterna gioventù..



una volta si decideva per te

tenendo conto del peccato

se eri credente ma non abbastanza

(non eri schiavo della chiesa)

eri indemoniato e quindi si divertivano a torturarti

(ancora oggi, negli stati dove c'è la pena capitale, il tempo si è fermato al medioevo)



l' informazione ha la sua importanza

non a caso da 110 anni +/-

a questa parte

con l' invenzione della radio, sono cambiate molte cose

soprattutto nella cultura delle persone
lollipop
2008-10-19 09:54:02 UTC
cosa ci spinge a dare valore alla vita? be! la vita stessa e tutto ciò che essa ci offre nel bene e nel male perchè la vita deve essere vissuta nella sua integrità e nella sua integrità vissuta nella semplicità dei suoi valori che però ed è u peccato oggi si sono persi nel tempo per far posto al senso del materiale a cui purtroppo il nostro vivere a tutti i costi senza accontentarci mai ci ha portato!
Ele.noir Very Ypsilon Baby®
2008-10-19 09:46:03 UTC
dalle esperienze che essa ci regala, anche e soprattutto quelle negative
Filo/lametta ♥ zacchina
2008-10-19 10:40:15 UTC
per me il valore della vita nasce dall'eccezzionalità dell'atto stesso di vivere, di nascere.

ciò che ha fatto diffondere il rispetto della vita di tutti gli uomini, indipendentemente deal loro sesso e dal colore dal loro stato sociale è stato il cristianesimo, infatti con la sua diffusione è cambiata la concezione stessa di uomo. se nell'antichità l'uomo era visto come inferiore ad altri essei, in particolare se paragonato alle grandezze della natura, il messaggio biblico da valore all'uomo, poichè lo vede come la creatura privilegiata, quella creata a immagine e somiglianza di Dio, quella che si avvicina di + alla sua perfezione e quella per cui è stata creata tutta la realtà.

da notare che è proprio nel medioevo, il periodo in cui la chiesa ha avuto il suo periodo di massima influenza che è scomparsa la schiavitù, ricomparsa poi durante il rinascimento.


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